top of page

//Assumere un’AI in Azienda. Parte 5: Prepararsi all’Onboarding.


Siamo arrivati alla QUINTA puntata di questa serie dedicata a come assumere un’AI in azienda.

Oggi le decisioni da prendere per portare l’AI in azienda sono molte ma l’importante è decidere per iniziare a fare pratica. Probabilmente non sceglierete il modello giusto e nemmeno gli strumenti migliori. Ma l’alternativa è stare fermi e lasciare andare avanti tutti gli altri.




Quindi riprendiamo il viaggio con il nostro ‘stagista virtuale’ e vediamo quali passi vanno fatti per portarlo in azienda.


Il Viaggio fino a qui 🚀

Per chi non avesse letto le puntate precedenti, ecco un breve riassunto che vi guiderà attraverso le complessità e le sfide di questo processo innovativo. (Vi consiglio comunque di leggerle se non lo avete già fatto: molte cose in questo post riguardano ragionamenti dei precedenti.)


Prima puntata: La Solitudine del Manager nell'Era dell'AI

Abbiamo esplorato come l'AI sia in una fase instabile, oggi possiamo scegliere solo la peggior versione di AI,preparandoci a metodi, strumenti ed approcci nuovi, e a settare le giuste aspettative. Leggi di più qui.


Seconda puntata: Assumere, Non Adottare

L'AI Generativa va scelta accuratamente come si sceglie lo strumento giusto per ogni attività, proprio come un Boeing non è fatto per trasportare un foglio di carta per pochi metri non ha senso chiedere all’AI di fare cose per cui non è stata progettata. E nel secondo post faccio una piccola panoramica di tutti gli use-case che potreste attivare.


Terza puntata: Come è fatto lo Stagista

Abbiamo visto come l'accesso ai modelli di AI Generativa vari da chat semplici a sistemi complessi come le API o i motori di workflow come Zapier. Scopri di più.


Quarta puntata: Quale Modello di AI Scegliere?

Abbiamo affrontato la scelta del modello giusto di AI, sottolineando l'importanza dei Foundation Models e facendo una piccola panoramica sui costi operativi. Tema complicatissimo ma da affrontare: Leggi qui.


Onboarding dell'AI: Passaggi Fondamentali

L'onboarding, nel contesto dell'AI, si riferisce al processo di integrare un'intelligenza artificiale nell'ambiente aziendale. Proviamo a continuare la metafora dello stagista per capire quali passi dovremo fare.

Questo processo è cruciale perché, proprio come uno stagista, l'AI richiede orientamento e adattamento per funzionare efficacemente. L'AI, pur essendo una tecnologia avanzata, ha bisogno di essere configurata, alimentata con dati appropriati e monitorata costantemente per garantire che le sue azioni e decisioni siano allineate con gli obiettivi aziendali.

Inoltre, un corretto l'onboarding dell'AI aiuta i collaboratori a familiarizzare con questa nuova "presenza" in azienda, comprendendo i suoi limiti, potenzialità e il modo migliore per interagire con essa. Questo approccio garantisce una sinergia produttiva tra l'AI e il team umano, ottimizzando i benefici che la tecnologia può portare all'organizzazione.


⚠️ ATTENZIONE

Sbagliare l'onboarding del nostro stagista AI è come dare a un novellino una mappa sbagliata per un tesoro nascosto. Immaginatevi l'AI, piena di entusiasmo e potenziale, che vaga disorientata nei corridoi digitali della vostra azienda, imbattendosi in ostacoli e impasse invece di scovare soluzioni innovative. Finirà per girare in tondo, creando più confusione (e danni) che risultati. Un onboarding ben fatto non solo mette l'AI sulla giusta traccia, ma trasforma quel novellino in un esploratore esperto, pronto a scoprire i tesori nascosti nei dati e nei processi della vostra azienda dando maggior valore a tutte le persone che collaborano con lui!

1. Formazione e Sensibilizzazione

Prima di tutto, è cruciale educare il personale sulle funzionalità, potenzialità e limiti delle AI Generative. La velocità a cui corre l’AI è impressionante ed il rischio di avere persone che non sappiano di cosa si parla è altissimo.

Mi rendo conto costantemente che essere allineati sul panorama attuale comporta una grossa fatica che solo individui altamente predisposti hanno voglia di fare.

💁‍♂️ Come forse saprete questa è parte del mio lavoro: organizzare Workshop di introduzione all’AI Generativa, in collaborazione con l'istituto VJAL. Workshop progettati per preparare i team a questa nuova era. Lo so che questa è pubblicità ma per favore fatelo… se non vi piaccio io cercate qualcuno che vi aiuti (magari su VJAL 🙂) in modo che tutto il team sia allineato. Se invece volete prenotare un workshop con me ed il vostro team cliccate qui.

Una volta che il team avrà le basi, lasciateli "smanettare" con l'AI per un paio di mesi. Immaginate questo periodo come un laboratorio di idee, dove tutti possono esplorare, sbagliare, e soprattutto, imparare.

Nel frattempo valutate chi altro formare e se avete manager in grado di farlo.

Dopo questa fase di esplorazione creativa, sarà il momento di raccogliere tutte le idee emerse e concentrarsi sullo sviluppo del primo progetto pilota serio.

Vedrete, sarà come aprire una mistery box: alcune idee saranno brillanti, altre magari un po' folli, ma tutte preziose. Questo approccio non solo stimola l'innovazione, ma crea anche un ambiente di lavoro dinamico e coinvolgente, dove l'AI diventa un compagno di squadra, diventa lo stagista simpatico che collabora con tutti e non solo un semplice strumento o una “direttiva dall’alto”.


2. Identificare il progetto pilota

A questo punto avrete capito quale è il primo progetto da fare. Vi consiglio di partire in piccolo, con semplici cose ad uso interno.

Ad esempio un GPT sui processi HR o su alcuni prodotti ‘ostici’ interni.

Impegnatevi affinché il team faccia un recap almeno quindicinale sugli esperimenti fatti con questo GPT: Pro, Contro, Errori, Prompt che funzionano, Informazioni che mancano.

⚠️ Chi deve farlo? L’head of AI. E chi è in azienda l’Head of AI? In questa fase necessariamente il CEO. Che potrà delegarla una volta che ha compreso che la sua è una azienda AI Driven.

3. Preparazione dei Dati

I dati aziendali devono essere accessibili, puliti e strutturati per garantire il funzionamento ottimale dell'AI.

Ad un nuovo assunto dovete raccontare tantissime cose su di voi. Dovete raccontare le cose come stanno e fornire un quadro più esaustivo possibile. E dovete dargli tutte le informazioni per orientarsi all'interno della vostra organizzazione. Ne abbiamo già parlato nella prima puntata.

È il primo punto per importanza ma è probabilmente troppo complesso (noioso) raccontarlo in un blog. Ciò che conta è che tutto ciò che definisce la vostra azienda sia disponibile in modo chiaro ai futuri processi AI che avete in mente di fare. Sarà uno dei processi più costosi e lunghi.


4. Gestione dei Rischi e Compliancy

È fondamentale identificare e mitigare i rischi legati all'uso dell'AI, inclusi bias nei dati e questioni etiche, oltre a garantire la conformità alle normative sulla privacy e sicurezza dei dati. Gli aspetti legali attorno all’AI sono un mare in continuo mutamento di condizioni.

Questi concetti nella prima fase non richiedono forse un comitato dedicato. Ma in funzione dei risultati che riuscirete ad ottenere, dovrete porvi molte serie domande. Iniziate a farvele girare in testa.

Nel frattempo scegliete solo soluzioni che garantiscano la riservatezza e la protezione dei vostri dati aziendali già dal primo momento.


5. Monitoraggio e Feedback Continuo

Questo punto andrebbe aggiunto a partire dal momento zero. Ne ho un po’ parlato sopra: valutare le prestazioni dell'AI e raccogliere feedback per miglioramenti continui è essenziale. Vedete di nuovo le domande su chi deve farlo 🙂


6. FAFO (Fool Around And Find Out)

Sperimentare con l'AI in situazioni reali può rivelare potenzialità e soluzioni inaspettate. Non abbiate paura di sbagliare, di cercare strade nuove, di provare strumenti che sono appena usciti.

Il FAFO, è un approccio che tra il serio ed il faceto stiamo portando avanti con gli altri formatori. Si tratta semplicemente di lanciarsi e vedere cosa succede. Sperimentiamo con l'AI, mettiamola alla prova in situazioni reali e vediamo come se la cava. È un po' come giocare con un nuovo gadget tecnologico - scopriamo cose che non sapevamo nemmeno fossero possibili. Potrebbe essere un po' un salto nel buio, ma è così che si imparano le cose migliori, no?

Quindi, lasciamo che l'AI ci sorprenda con le sue risposte inaspettate e le sue soluzioni fuori dagli schemi: smanettiamo!


7. Si parte: Lanciare i Progetti AI Seri e Strutturati 🚀

Dopo aver fatto tutti i compiti a casa ed aver fatto passare qualche mese (non troppi eh!) sarà finalmente arrivato il momento di lanciare i progetti AI seri e strutturati. Pensate a questo momento come al grande debutto del vostro stagista digitale che viene assunto a tempo indeterminato.

Ora che l'AI è ben integrata e il team è a bordo, è l'ora di sfruttare a pieno questa tecnologia rivoluzionaria e consolidare il ruolo del nostro ormai ex-stagista.

È il momento di dare il via a progetti che sfruttano l'intelligenza artificiale per ottimizzare processi, personalizzare l'esperienza del cliente, e magari anche scoprire nuove opportunità di business che prima erano nascoste.

Sempre ricordandosi che la responsabilità finale è umana!

Questo è il momento in cui la vostra azienda comincia a cogliere i veri frutti dell’AI: efficienza, innovazione, e una spinta verso il futuro.


Nuovi Ruoli per Nuovi Scenari

Quando inizierete a far entrare l’AI in “Progetti Seri e Strutturati” inizierete a sentire il bisogno di qualcuno che “si occupi” di tutte le interazioni con l’AI in azienda.


Riporto di seguito un piccolo e non esaustivo elenco di ruoli che stanno nascendo nelle organizzazioni riguardo l’AI:


1. Responsabile dell'Integrazione AI (AI Integration Manager)

Questo ruolo richiede una combinazione di competenze tecniche e manageriali. Il Responsabile dell'Integrazione AI sorveglia l'implementazione dei sistemi AI e coordina le varie fasi dell'onboarding, assicurandosi che le soluzioni AI siano allineate con gli obiettivi aziendali.


2. Data Scientist / Data Engineer

Esperti nella gestione, analisi e interpretazione dei dati, i Data Scientists e Data Engineers giocano un ruolo cruciale nell'ottimizzare i dati per l'AI. Sono responsabili dell'assenza di bias nei dati e della loro preparazione in modo che l'AI possa imparare in modo efficace e efficiente.


3. AI Ethicist o Responsabile della Conformità AI

Data l'importanza di considerare l'etica e la conformità normativa nell'uso dell'AI, questo ruolo si concentra sul garantire che le applicazioni AI rispettino i principi etici e le normative vigenti, come la privacy dei dati e la non discriminazione.


4. AI Trainer o AI Coach

Questi professionisti sono responsabili della "formazione" dell'AI, ovvero dell'insegnamento e del perfezionamento dei modelli AI attraverso il feedback e l'addestramento. Hanno un ruolo cruciale nel migliorare l'accuratezza e l'efficacia dei sistemi AI.


5. AI Project Manager

Questo ruolo si occupa della pianificazione e dell'esecuzione di progetti che coinvolgono l'AI. L'AI Project Manager deve comprendere sia gli aspetti tecnici che quelli aziendali, garantendo che i progetti siano completati nei tempi, nel budget e con gli obiettivi desiderati.


6. AI Security Specialist

Questo ruolo si concentra sulla sicurezza dei sistemi AI, garantendo che siano protetti da minacce informatiche e che i dati siano gestiti in modo sicuro per prevenire violazioni e perdite. E sarà un capitolo lunghissimo e importante!


Ho dimenticato qualcuno? Certo, il più importante:


L’Head of AI

Abbiamo visto che in prima fase il ruolo è del CEO. Ma anche questo è un compito che prima o poi andrà delegato.

L'Head of AI in un'azienda riveste un ruolo cruciale, agendo come il principale architetto e stratega per l'integrazione dell'intelligenza artificiale. Questa figura chiave è responsabile di definire e implementare la visione e la strategia dell'AI all'interno dell'organizzazione, assicurandosi che siano allineate con gli obiettivi aziendali complessivi.

Il ruolo andrà ben definito nel tempo. Nel frattempo ho chiesto a Chat GPT di propormi Responsabilità e Funzioni ed una Job Description.


Cliccate, date un’occhiata e ditemi cosa ne pensate


Responsabilità e Funzioni

Job Description


Cosa manca?

So che ci sono molti aspetti ancora non approfonditi quali l’analisi dei costi-benefici, le differenze tra grandi e piccole aziende, tra aziende tecnologiche e manifatturiere ma questo (per ora) è solo un Blog e non un libro sull’AI 🙂

Ora, una domanda: secondo voi, cosa manca ancora per l'onboarding dell’AI? Quali argomenti sentite che andrebbero trattati di più e più a fondo? Ditemelo! Voglio sentire le vostre idee, le vostre prospettive. Dopotutto, in questo viaggio nell'AI, ogni voce conta e può essere la chiave per sbloccare un potenziale nascosto. Quindi, sparate le vostre idee più audaci e le vostre riflessioni più profonde. Insieme, possiamo costruire un onboarding dell’AI che non solo funzioni, ma che faccia davvero decollare le aziende verso orizzonti inesplorati!


Quindi…

Ricordiamo che portare a bordo un'AI in azienda è un processo che richiede pazienza, curiosità e un approccio olistico. I manager devono essere pronti a:

  • Formare le persone sulle capacità delle AI Generative.

  • Garantire l'accessibilità e la qualità dei dati.

  • Preparare un piano a breve con l’obiettivo di strutturarne uno più complesso a lungo termine.

  • Essere consapevoli dei rischi e informarsi adeguatamente.


Ma, al di là delle tecniche e delle strategie, c'è un elemento che non mi stancherò mai di ribadire come fondamentale: la mentalità con cui ci approcciamo a questa tecnologia.

L'AI non è solo un insieme di algoritmi e dati, ma un'entità dinamica che può crescere, apprendere e, soprattutto, contribuire in maniera significativa al successo della nostra azienda. Come un novellino che si trasforma in un esperto navigato, l'AI può sorprenderci con soluzioni creative e intuizioni profonde, a condizione che le forniamo la guida e il supporto necessari.


Dobbiamo quindi abbracciare un approccio aperto e collaborativo, incoraggiando la sperimentazione, il feedback continuo e la flessibilità. È attraverso questa mentalità che possiamo sfruttare appieno il potenziale dell'AI, trasformandola in un prezioso alleato nel nostro viaggio aziendale verso l'innovazione e l'eccellenza.

Alla fine, l'onboarding dell'AI non è solo un processo tecnico, ma un'avventura esplorativa che richiede curiosità, creatività e, soprattutto, una forte sinergia tra uomini e macchine.

Ricordiamoci che, nel mondo dell'AI, il limite non è la tecnologia, ma la nostra capacità di immaginare e innovare. Quindi, continuiamo a esplorare, sperimentare e soprattutto a sognare, perché è in questo spazio illimitato dell'immaginazione che si nascondono le vere rivoluzioni. 🚀🌟💡


 

Come sempre, ti invito a riflettere, commentare e diffondere idee condividendo questo post con le persone che ritieni possano essere interessate.

Per rimanere aggiornato sui miei contenuti:

Alla prossima!

Massimiliano Turazzini

2 commenti
bottom of page